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Mondo VS Coronavirus: la guerra mondiale del ventunesimo secolo

Mondo VS Coronavirus: la guerra mondiale del ventunesimo secolo

Lo avreste mai detto? Siamo tutti in quarantena per un maledetto virus che sta mettendo in ginocchio l’Italia e piano piano sta invadendo tutto il mondo.

In questo momento dove le notizie sul diffondersi del Coronavirus sono angoscianti e sempre più tragiche, l’unica cosa che ci viene richiesta è di stare a casa, per evitare il diffondersi dei contagi.

Tutto è chiuso, negozi, bar, ristoranti… ed io voglio parlare di questo, perché è un momento della mia storia, della nostra storia, che va ricordato.

Una guerra mondiale del ventunesimo secolo: la guerra contro un virus. Ma ancora di più una guerra che ci costringe a pensare agli altri, a ridimensionarci, ad abbandonare il futile modus vivendi che abbiamo perseguito con dedizione fino a poche settimane fa.

Eccoci, “costretti” ad accontentarci di cose semplici, a gioire per piccole cose quotidiane, a sporcarci le mani di farina per creare qualcosa che di solito compriamo come fosse la cosa più scontata del mondo.

Ci riuniamo alle 18 ogni giorno, per cantare insieme canzoni che tutti conosciamo, unendo ogni generazione in un coro contro la solitudine delle nostre case.

Ci viene richiesto di compilare un’autocertificazione per giustificare le nostre uscire di emergenza (spesa, farmacia, visite mediche).

E sapete cosa ho notato quelle due volte in questi 10 giorni in cui sono potuta uscire per fare la spesa? Che la gente si saluta per strada, non c’è più indifferenza, ma una profonda solidarietà, perché non ci sono più ricchi, poveri, lavoratori, disoccupati, ceti sociali da discriminare, privilegiati e non. Siamo tutti uguali, tutti chiusi dentro casa ad ascoltare i bollettini di “guerra” giornalieri, come si faceva ai tempi di guerra accanto alla radio.

Medici in ginocchio costretti a ritmi assurdi e al rischio di contagio e quei pochi che ancora lavorano si rendono conto, più di noi reclusi, di cosa stia accadendo e di quanto tutto sia tutto così assurdamente…fermo, cristallizzato.

Nessuno sa quanto durerà, ma quello che mi incuriosisce è vedere come ne usciremo e se tutto questo ad ognuno di noi avrà insegnato qualcosa, perché da questa situazione c’è tanto da imparare.

Tutto questo lo scrivo per ricordare quello che stiamo vivendo, affinché non perda mai di importanza, prima che i ricordi sbiadiscano e la vita fatta di un’affannata corsa alla realizzazione personale prenda di nuovo il sopravvento.

Nel frattempo, restiamo a casa.



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